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Come un'improvvisazione prende forma la silloge poetica di Giuseppina Iannello Siccardo, tra l'astrattismo e la delicatezza di affetti veri e per questo indimenticabili. Più volte il mare è stato evocato dall'autrice come una necessità interiore di rivederlo e con esso le persone più care, tra cui il padre che gradiva tanto praticare la pesca. È inopportuno, credo, collocare la Iannello in una dimensione poetica fatta soltanto di sogni e di figure dei propri cari che, comunque siano andate le cose, sono e le saranno sempre vicino: il padre, la madre, la nonna, la zia, la figlia mai nata, la nipotina, l'amica...